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STORIA DELLA MEDICINA PER IMMAGINI

ANTONIO MOLFESE
 

VESALIO E L'ANATOMIA UMANA

L'ILLUSTRAZIONE

Andrea Vesalio di Bruxelles, il primo grande docente di anatomia basata sull'osservazione diretta, eseguì numerose dimostrazioni su corpi umani durante il periodo che va dal 1537 al 1543, quando fu Professore di chirurgia e anatomia presso l'Università di Padova. Le sue dimostrazioni avevano molto successo ed erano frequentate da un gran numero di studenti di medicina, medici, funzionari pubblici interessati all'argomento, scultori e artisti. Essendo stato il primo a confutare gli scritti di anatomia di Galeno, risalenti a 1400 anni prima, Vesalio pubblicò nel 1538 le Tabulae anatomicae sex e, nel 1543, la monumentale De l'umani corporis filbrica con il volume annesso, detto Epitome. Sebbene calunniate e messe in ridicolo dai galenisti, le opere di Vesalio, convalidate da dimostrazioni anatomiche, superarono ben presto le critiche e divennero un classico della letteratura medica.

 

PREMESSA

Compagno, questo non è un libro. Chi lo tocca, tocca un uomo (da: De humani corporis fabrica).

La medicina dei secoli XV e XVI, la medicina rinascimentale, fu chiamata dei 'riformatori e rivoluzionari'. Il Rinascimento fu un fenomeno davvero rivoluzionario. Dall'Italia, in particolare modo da Firenze, signori illuminati e potenti economicamente (famiglia dei Medici) favorirono l'arte e la letteratura; e da lì la nuova luce si diffuse agli altri paesi europei, prima fra tutti l'Inghilterra, dove coincise con la magnifica età elisabettiana.
Alcune scoperte come l'invenzione della stampa, la scoperta dell'America e delle Indie e l'utilizzo della polvere da sparo, contribuirono, ciascuna per la propria parte, a esercitare una benefica influenza sul risveglio e sul rinnovamento della cultura rinascimentale; tutto ciò operò una metamorfosi della mentalità generale, impose l'esigenza di un pensiero libero, che si manifestò con una nuova apertura recettiva e scevra di preconcetti di fronte alle innovazioni. Il cambiamento non fu istantaneo, né si estese nella stessa misura a tutta l'umanità.
Nel campo della medicina, in particolare, si era manifestata ben evidente una certa insoddisfazione per i vecchi metodi; il vertice della crisi fu raggiunto nel 1543, anno in cui furono pubblicati il De revolutionibus orbium coelestum e il De humani corporis fabrica, nei quali Nicolò Copernico e Andrea Vesalio sovvertirono i principi dell'astronomia e della medicina. Qualche autore scrisse a ragione che, passare dagli scritti di Galeno alle opere di Vesalio, è un po' come passare dalle tenebre alla luce del sole.
Una delle conseguenze del nuovo spirito rinascimentale fu anche quella di apprezzare la bellezza del corpo umano; infatti fino ad allora il corpo umano era stato considerato strumento di peccato del quale vergognarsi,nello stesso tempo quel carattere sacro che gli si attribuiva non aveva permesso che fosse esaminato liberamente. Gli artisti chiedevano la libera presentazione del nudo, mentre gli anatomici chiedevano la soppressione dei divieti vigenti sulla dissezione; quando questi divieti furono gradatamente superati, artisti audaci (Michelangelo, Raffaello, Deirer) non esitarono a usare il bisturi per indagare la struttura dell'uomo. Anche Leonardo da Vinci
(1), genio eclettico e multiforme, precorse di molto il suo tempo anche in questo campo.
Si dice che Vesalio, da giovane, sezionasse cani, gatti e altri piccoli animali, modo di accostarsi alla scienza medica, cosa non infrequente nei ragazzi di ogni epoca. Dopo studi presso l'Università di Lovanio, comprendenti il greco e il latino come pure un po' di ebraico e di arabo, passò a Parigi
(2), per studiarvi medicina. Ebbe fra i suoi maestri Silvio(3) e Guinther(4), anatomici della vecchia scuola, Jacobus Sylvius (Jacque Dubois, 1478-1555), ottimo docente, che era però un così fanatico seguace di Galeno, da dedurre, di fronte a qualche insostenibile errore anatomico del maestro, che il corpo umano doveva essere cambiato.
Vesalio compì i suoi studi a Parigi con appassionato entusiasmo e le sue esigenze di materiale anatomico lo indussero più volte, con grave rischio personale, a vere e proprie sottrazioni di cadaveri
(5); passò in Italia, e precisamente a Venezia, dove strinse sodalizio con un connazionale, Jan Stephan van Calcar, studente di Belle Arti e discepolo del Tiziano, cui si devono molte delle mirabili xilografie che ornano le sue opere. Nominato, nel 1537, Professore di chirurgia e anatomia a Padova, Vesalio iniziava gli anni più fervidi e produttivi della sua carriera, e per due volte la sua fama lo chiamò a Bologna(6), per corsi di istruzione (a Padova le sue lezioni, in un'aula capace di 500 posti, erano molto frequentate). Nel frattempo andava intensamente preparando la sua grande opera scientifica, traducendo il 90 libro dell' Almansor di Rii, compendio di terapia utilizzato come testo di studio. Egli ora andava concentrando ogni suo sforzo sull'anatomia, dato che, nel corso delle sue dissezioni, si era reso conto che l'insegnamento corrente era pieno di errori(7) e non era più sostenibile l'autorità suprema di Galeno.
Dopo un anno di soggiorno a Padova, Vesalio pubblicò, a uso degli studenti, le Tabulae anatomicae sex, sei grandi tavole anatomiche (ne esistono oggi soltanto due esemplari), che altro non erano se non la premessa al magnifico volume De humani corporis fabrica (sulla struttura del corpo umano
(8)), più semplicemente noto come Fabrica(9), nell'accezione di funzionamento o di meccanismo (Vesalio la pubblicò a ventotto anni, nel giugno del 1543, contemporaneamente alla sua Epitome). Il frontespizio della Fabrica(10) rappresenta Vesalio nell'atto di sezionare un cadavere, dinanzi a una folla di spettatori attenti.
Ma con la Fabrica e la sua Epitome, la splendente parabola di Vesalio era purtroppo compiuta, in quanto colui che aveva osato rivoluzionare l'anatomia, denunciando gli errori degli antichi, non poté sfuggire alle critiche più violente da parte di certi ambienti, né alle polemiche più infiammate e amare, che probabilmente lo costrinsero a lasciare Padova per Madrid. Medico di Carlo V e poi di suo figlio Filippo II, pur essendo da entrambi altamente apprezzato e colmato d'onori, mai più si dedicò all'anatomia.
Compiuto nel giro breve di un triennio un lavoro monumentale, Vesalio, all'età di trent'anni, poteva dirsi praticamente finito; poco si sa della sua vita in Spagna o nei Paesi Bassi, che egli tornò a visitare. Nel 1564, spinto da ragioni oscure, partì da Madrid, alla volta del Santo Sepolcro (si mormorò che durante l'autopsia di un nobile suo paziente, questi desse segni di vita). Lo scandalo, disastroso in tempi di Inquisizione, avrebbe costretto il medico, per ottenere il perdono, a espiare il suo peccato con un pellegrinaggio in Terra Santa; recatosi a Gerusalemme, durante il ritorno la sua nave andò a incagliarsi sulle coste di Zante, all'imbocco del Golfo di Corinto e in quell'isola, nell'ottobre del 1564, egli morì.
Vesalio oscurò con la sua eccezionale statura i predecessori
(11), i contemporanei e gli immediati successori, alcuni dei quali meritano ugualmente menzione in questa nostra Premessa.
Quando egli abbandonò Padova, gli successe il cremonese Realdo Colombo (1510-1599), celebre per la scoperta della circolazione polmonare o piccola circolazione, che appunto dimostrò, valendosi di esperimenti, come il sangue passasse dai polmoni nella vena polmonare. «Il sangue» (scrisse nel De re anatomica, pubblicata nel 1559) «giunge ai polmoni attraverso la vena arteriosa, quindi, mescolato con aria, passa attraverso l'arteria venosa, al cuore sinistro».

 

LA SCHEDA

Ad Andrea Vesalio bastarono cinque anni per minare alle fondamenta l'infallibilità di Galeno, idolo della medicina medievale, e per elevare l'anatomia umana a scienza fondata sulla solida base dell'osservazione diretta. È stato detto che le scoperte fatte da Vesalio in questo breve periodo costituiscono «uno dei più grandi tesori della civiltà e della cultura occidentale». Il suo capolavoro, De humani corporis fabrica, considerato da sir William Osler il più grande libro di medicina di tutti i tempi, non è solo uno dei più importanti dal punto di vista scientifico, ma è anche uno dei più grandiosi ed eccellenti volumi nella storia della carta stampata. Quando venne pubblicato a Basilea, nel 1543, rivelò il coraggio e l'autonomia di pensiero del suo autore, in sintonia con il nuovo spirito del Rinascimento.
Prima di Vesalio c'erano stati altri anatomisti. Galeno, ad esempio, aveva scritto parecchio sull'anatomia, ma i suoi scritti erano disseminati di errori. Non potendo sezionare corpi umani, Galeno aveva tratto le sue conclusioni dalla struttura anatomica delle scimmie e dei maiali. Sebbene la dissezione dei corpi umani avesse iniziato ad essere praticata già nel XIII secolo, la venerazione nei confronti dell'autorità di Galeno si era così radicata che per secoli i suoi errori non furono né scoperti, né denunciati. Tra gli anatomisti pre-vesaliani che diedero un contributo significativo alle conoscenze dell'uomo sull'uomo vi furono: Mondino di Bologna, che nel 1315 tenne la prima dimostrazione pubblica di anatomia su un corpo umano, e le cui orme furono poi seguite dagli allievi; Leonardo da Vinci, i cui disegni, realizzati agli inizi del Cinquecento, rimasero nascosti per anni ma suscitarono ammirazione ed elogi da parte delle generazioni successive; Berengario da Carpi, il primo che cercò di illustrare in modo esauriente l'anatomia umana dal vero (1521).
Andrea Vesalio, senza dubbio la figura più autorevole della medicina europea dopo Galeno e prima di Harvey, nacque a Bruxelles il 31 dicembre 1514, in una famiglia di medici di lunga tradizione. I suoi erano originari di Wesel, nel ducato di Cleves, e il cognome Wesele o Wessale ebbe origine dalla città di provenienza e, latinizzato, divenne poi Vesalius. Il padre dell'anatomista, anch'egli di nome Andrea, fu il farmacista di Margherita d'Austria e poi di suo nipote, l'imperatore Carlo V. Dalla moglie Isabella Crabbe nacque Andrea Vesalio di Bruxelles. Vesalio trascorse i primi anni della sua vita nella città natale dove, incoraggiato dalla madre e dalla vasta biblioteca di famiglia, acquisì ben presto l'abitudine di leggere e studiare gli autori antichi. Nel 1528 entrò all'Università di Lovanio e in seguito, probabilmente nel 1533, si trasferì all'Università di Parigi, fortemente conservatrice. Tra i suoi docenti ricordiamo Johann Guinther di Andernach (Guinterio) e Jacques du Bois di Amiens (Sylvio), entrambi anatomisti di vecchio stampo, le cui conoscenze si basavano sugli scritti di Galeno.
Come gli altri giovani studenti del tempo, anche Vesalio inizialmente dovette accettare l'anatomia galenica, anche perché a quel tempo non esistevano altre alternative. Di sua iniziativa, tuttavia, egli arricchì notevolmente le proprie conoscenze di anatomia, recandosi di nascosto nei vecchi cimiteri di Parigi e alle esecuzioni per impiccagione, raccogliendo una tale quantità di materiale da scommettere con gli altri studenti di riuscire a identificare ogni singolo osso a occhi bendati. I docenti iniziarono a richiedere la sua assistenza alle dimostrazioni di anatomia, e nel 1536 tenne una dimostrazione da solo. Dopo alcuni anni trascorsi a Parigi, Vesalio fece ritorno all'Università di Lovanio. Nel frattempo la sua fama si stava diffondendo e nel 1537 fu autorizzato a svolgere una dimostrazione di una dissezione umana, cosa che non accadeva a Lovanio da diciotto anni.
La vecchia controversia sulla venesezione (se andava fatta vicino alla ferita o lontano da essa) pose fine al soggiorno di Vesalio a Lovanio. Egli si recò quindi in Italia, dove esistevano maggiori opportunità per lo studio dell'anatomia e della medicina, in particolare andò a Venezia e da lì nell'allora città veneziana di Padova. A quel tempo, l'Università di Padova, fondata nel 1222, era uno dei centri del Rinascimento scientifico e la sua Facoltà di medicina era nota per il suo spirito critico e progressista. Sotto la guida del professore di medicina J. B. della Monte, il quale aveva introdotto un tipo di insegnamento clinico che non si vedeva dai tempi di Ippocrate, Vesalio andò spesso a visitare i malati sia a Padova sia nella capitale, Venezia. Probabilmente fu in una di queste visite che Vesalio strinse amicizia con un suo connazionale, l'artista Jan Stefan van Calcar, allievo di Tiziano, il quale più tardi illustrò alcuni dei suoi scritti.
A Padova, Vesalio non dovette aspettare a lungo i riconoscimenti. Il 5 dicembre 1537, in una solenne convocazione venne esaminato dalla Facoltà, la quale gli conferì la laurea, proclamandolo Dottore in Medicina «con la piùalta distinzione». Il giorno seguente, dopo aver presentato una dissezione, il Senato di Venezia gli assegnò l'incarico di Professore di chirurgia presso l'Università di Padova, nomina che comportava anche l'insegnamento dell'anatomia e della botanica.
Vesalio aveva a quell'epoca 23 anni. Così, il giovane e ambizioso professore dette inizio, in piena autonomia e con la sua caratteristica risolutezza, a seri studi e dimostrazioni anatomiche, che tagliavano tutti i ponti con la tradizione. Invece di restare seduto sul suo alto scranno (come erano soliti fare fino ad allora i professori universitari, mentre gli assistenti dimostravano e i barbieri incidevano), Vesalio scendeva in sala operatoria dove, mentre spiegava, sezionava e dimostrava personalmente. Studenti, medici e altri uomini di cultura affollavano le sue lezioni e, per renderle più chiare, nel 1538 Vesalio introdusse l'uso di grandi disegni, che rappresentavano i vari sistemi anatomici. Gli studenti li accolsero con tanto entusiasmo che egli decise di pubblicarli. Alle sue tre rappresentazioni del sistema vascolare furono aggiunte altre tre tavole dello scheletro, disegnate nelle posizioni standard da van Calcar. Le sei tavole furono pubblicate nel 1538 e oggi sono conosciute come Tabulae anatomicae sex. Il loro successo fu immediato.
Seguirono rapidamente altre pubblicazioni, le quali però non erano del tutto libere dagli errori di Galeno, poiché solo a partire dal 1539 Vesalio si convinse pienamente degli errori presenti negli scritti anatomici di Galeno. Nella veste di curatore di una Opera Galeni, un'edizione completa delle opere dell'anatomista medievale, in Vesalio sorsero numerose perplessità circa molti dei suoi aspetti: egli si impegnò quindi a cercare delle risposte nei corpi umani che sezionava. Acquisiva in tal modo nuove conoscenze, teneva lezioni, annotava le sue scoperte e faceva lui stesso, o commissionava ad altri, centinaia di nuovi disegni.
Nel 1543 i risultati di tale ricerca culminarono nella pubblicazione del suo capolavoro, De humani corporis fabrica. Eccellente fusione di impaginazione, stampa e illustrazione, la Fabrica di Vesalio venne salutata come il più importante contributo mai dato alla anatomia umana e l'esordio della moderna scienza medica. Insieme alla Fabrica Vesalio pubblicò anche un manuale più ridotto, in un volume noto come Epitome, scritto con uno stile più semplice allo scopo di aiutare gli studenti e gli altri lettori a orientarsi prima di affrontare la Fabrica, testo più formale e di livello superiore.
Come era prevedibile, la rivoluzionaria Fabrica, che faceva sembrare l'anatomia del venerato Galeno un colossale insieme di errori grossolani, sollevò un vespaio di critiche e dissensi da parte dei contemporanei di Vesalio. Sylvius, suo ex docente, rivolse all'indirizzo del brillante allievo di una volta una serie di pesanti insulti, sostenendo che fosse pazzo; mentre Colombo, suo ex assistente, cercò di screditare e deridere il suo professore. Non indifferente a tutte queste critiche, si dice che Vesalio, arrabbiato e deluso, abbia bruciato degli appunti che stava preparando per un'altra pubblicazione. Tuttavia, nonostante la veemenza degli attacchi contro di lui, c'era anche chi lo sosteneva. Secondo Falloppio, ad esempio, la maggior parte dei medici italiani era d'accordo con Vesalio e ne adottò gli insegnamenti innovativi. Le sue dissezioni e le sue lezioni erano inoltre molto richieste e l'anatomista trascorse uno o due anni viaggiando e tenendo corsi di anatomia nelle Università di Pisa e Bologna, e a Basilea costruì uno scheletro articolato che si può vedere ancora oggi.
Per quanto riguarda i suoi contributi alla scienza, alla medicina e all'anatomia, anche se di fatto egli visse ancora altri vent'anni, la carriera di Vesalio si concluse con la pubblicazione della Fabrica e dell'Epitomo. Non sappiamo se tale cambiamento nelle sue scelte professionali fosse determinato dalla delusione per la lentezza con cui veniva accolto il proprio lavoro o dal desiderio di una vita più convenzionale, certo è che Vesalio abbandonò le aule universitarie per una più redditizia pratica della professione. Robinson afferma che: «Non furono i suoi nemici a metterlo a tacere, né l'Inquisizione a stroncarlo nel fiore degli anni, ma furono le sirene dell'aristocrazia a sedurlo, allontanandolo dalla scienza».
Nell'inverno del 1543, muore il padre di Vesalio, farmacista dell'Imperatore, lasciando al figlio una cospicua eredità. L'anno successivo scoppia la guerra, e Vesalio diviene il medico di corte di Carlo V di Spagna. Alla fine delle ostilità, nel settembre del 1544, il celebre anatomista ritorna nella dimora di famiglia a Bruxelles e sposa Anne van Hamme da cui ha un'unica figlia, anch'essa di nome Anne. Il suo prestigio professionale intanto cresce e, quando l'imperatore Carlo V arriva a Bruxelles, nel 1545, Vesalio è chiamato a curarlo. In seguito continua a beneficiare del favore reale, nonostante le sue idee suscitino l'ira dei contemporanei.
La seconda edizione in folio del De bumani corporis fabrica apparve nell'agosto del 1555. Il volume era molto più elegante dell'edizione precedente, c'era un nuovo frontespizio ed erano state fatte delle integrazioni e delle correzioni.
Il 16 gennaio 1556, Carlo V, portati a termine i preparativi per l'abdicazione, conferì i Regni di Spagna e di Sicilia al figlio Filippo II. A Vesalio furono accordati un vitalizio e l'autorizzazione a svolgere la professione medica al servizio del nuovo sovrano. Da allora in poi la carriera di Vesalio non fu né particolarmente significativa, né felice. Si lamentava, ad esempio, che nella Spagna oppressa dall'Inquisizione non si riuscisse a trovare neanche un teschio rinsecchito. Esistono molte dicerie sui suoi ultimi anni in Spagna, ma nessuna è stata dimostrata. Nel 1564 si recò in pellegrinaggio in Terra Santa, e sembra che durante il viaggio di ritorno fece naufragio nella piccola isola di Zante, dove morì il 15 ottobre dello stesso anno.
Andrea Vesalio di Bruxelles è stato definito «il primo uomo della scienza moderna»; senza dubbio fu il primo medico a rompere apertamente con la tradizione, studiando l'anatomia e scrivendone, sulla base dell'osservazione diretta. La grande opera di Vesalio, la Fabrica, dopo essere stata denigrata, divenne ben presto un testo classico nell'insegnamento della medicina, nonché oggetto di numerosi plagi. Avendo liberato gli anatomisti dai ceppi del galenismo, nei secoli successivi essa fornì uno stimolo per fare ulteriori passi avanti nelle ricerche su tale disciplina.

 

NOTE

1 -  In anatomia, Leonardo scoprì il seno mascellare e il fascio moderatore del ventricolo destro nel cuore. Egli provò inoltre per primo l'esistenza dei ventricoli del cervello, mediante iniezioni di cera, e descrisse correttamente il feto, l'utero e le membrane che l'avvolgono. Si era dato a studiare ossa e muscoli per esigenza di artista, ma lo scienziato ebbe il sopravvento, onde spinse le sue indagini alle parti più interne del corpo umano: visceri, cervello, vasi sanguigni, e, specialmente, il cuore. Dovette abbandonare il progetto di una grande opera di anatomia, in collaborazione con Marco Antonio della Torre, Professore all'Università di Pavia, per la morte di quest'ultimo. Il suo ponderoso apporto all'anatomia è stato riconosciuto solo di recente; esistono centinaia di schizzi e annotazioni leonardeschi, molti dei quali — serbati nella Biblioteca Reale di Windsor — sono stati pubblicati per la prima volta da poco tempo. Questo apostolo del naturalismo nel campo dell'arte deve dunque essere considerato un pioniere e una guida anche nel campo dell'anatomia.

2 - Lo Studio a Parigi (così era chiamata l'Università) ricevette nel 1231 uno statuto da Gregorio IX: così anche nell'insegnamento si rifletteva l'influenza della Chiesa, tanto che la chirurgia fu relegata a un rango inferiore (per un certo periodo non fu neppure insegnata). Solo alla fine del XIII secolo furono accolti prima Lanfranco e poi Henry de Mondeville, due chirurghi famosi del tempo. Questo fu il motivo per cui molti francesi desiderosi di un insegnamento completo, si trasferirono in Italia, a Bologna, Padova e Pavia.

3 -  Silvio — Jacobus Sylvius — , professore a Parigi, non fu generoso nel giudicare l'opera altrui e disapprovò aspramente le scoperte del discepolo Vesalio e spesso ne storpiò il nome in Vaesanus («pazzo»), affermando che il suo fiato pestilenziale avvelenava l'Europa.

4 - Johannes Guinther (che talvolta è scritto Gunter o Winter) da Andernach (1487-1574), che i poveri natali costrinsero perfino, da studente, a mendicare per le strade, prima di ascendere alla cattedra di greco a Lovanio, a trentotto anni poté finalmente intraprendere la carriera di medicina e insegnò anatomia all'Università di Parigi. In Francia, sia come professionista sia come docente, raggiunse tale fama da essere nominato nobile della città di Strasburgo, sua ultima dimora. Guinther non diede rilevante contributo all'anatomia, ma ebbe il raro merito di riconoscere e favorire l'opera del giovane Vesalio.

5 - Si dice che, spinto dal divampare improvviso di una guerra a rientrare per qualche tempo a Lovanio, trovasse fuori delle mura lo scheletro d'un impiccato, ancora quasi completo e con i legamenti intatti, e, con l'aiuto di un amico, lo trasportasse segretamente a casa, traendone gran profitto per i suoi studi.

6 - Carlo Magno, Re dei Franchi e Imperatore Romano, fu il fondatore delle Università di Parigi, Pavia e Bologna, mentre l'atto formale che sancisce la nascita dell'Università di Bologna è del 1158, quando cioè la Scuola di Diritto era già affermata. La Facoltà di Medicina nasce con una bolla di Onorio III nel 1219. In quell'epoca l'insegnamento era basato su basi private e gli studenti facevano la parte dei datori di lavoro (erano loro a sceglierli e a pagarli). Fino al 1300 il maestro (oggi professore) teneva le lezioni teoriche e pratiche nella sua casa; solo dopo il 1300 i corsi regolari furono pubblici. Si leggevano i libri di Avicenna, il VII libro di Almansore e il libro di Gale- no e le lezioni duravano tre ore, seguite da una disputa. Solo dal 1405 lo Studio di Bologna (così si chiamava l'Università) diventa un istituzione pubblica e i docenti vennero stipendiati dal Comune.

7 - Vesalio, in polemica con Galeno, dimostrò che la mascella inferiore consta di un solo osso e che lo sterno è diviso in tre parti e non in sette; riscontrò inoltre l'esistenza di valvole nelle vene, pur senza intuirne la funzione. Avendo osservato che ogni arteria che alimenta un viscere è accompagnata da una vena, vi vide un semplice mezzo di mutuo flusso e riflusso di materia.

8 - Ma anche la scienza antropologica ha il suo primo studioso in Vesalio, il quale annotò che i Tedeschi hanno testa rotonda, i Belgi invece allungata.

9 - La Fabrica è adorna di tavole anatomiche di insuperabile bellezza; in particolare, quelle che riguardano lo scheletro e i muscoli, di altissimo valore estetico, servirono da modello a molte generazioni di artisti, perché la loro anatomia, lungi dall'esser quella di un cadavere, si riferisce a soggetti pieni di vita e di espressione, a corpi in azione, cercando l'autore di insegnare a un tempo la fisiologia e l'anatomia. Nella prima edizione del suo lavoro Vesalio ammise l'esistenza di pori nel setto interventricolare del cuore, ma nella seconda, del 1555, dichiarò esplicitamente che non vi esistevano aperture, escludendo il passaggio diretto del sangue da un ventricolo all'altro. Questo fu il primo passo verso la demolizione delle dottrine galeniche ed è anche uno degli elementi dai quali Harvey mosse alla scoperta della circolazione del sangue, cui perverrà verso la fine del secolo.

10 - Il volume consta di sette capitoli o libri, ma il suo interesse principale è rappresentato dalle tavole e la descrizione e il tracciato delle strutture segna un grande progresso rispetto a qualsiasi opera precedente. La Fabrica fu edita da Giovanni Oporinus a Basilea, dove l'autore si trasferì per sorvegliarne la stampa, che fu condotta con la cura più scrupolosa. Anche i monogrammi iniziali sono bellissimi: le lettere sono artisticamente cinte da cherubini, intenti, forse per satira verso i suoi scolari, ad autopsie o ad altre analoghe mansioni.

11 - Berengario da Carpi, insegnante a Pavia, fu il primo a usare il disegno anatomico in modo sistematico. Nel 1491, a Venezia, esce l'anatomia di Mondino. Giovanni Manardo (1462-1536) e Giovanni Battista Cariano (1515-1579) insegnarono a Ferrara e furono i predecessori di Vesalio.

 

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