Visita la Lucania

Torre Molfese

le OPERE


<< INDIETRO

H  O  M  E

AVANTI >>


STORIA DELLA MEDICINA PER IMMAGINI

ANTONIO MOLFESE
 

LA MEDICINA DI OGGI E DI DOMANI

L'ILLUSTRAZIONE

La medicina è antica e al tempo stesso moderna. Le scoperte e il progresso scientifico che derivano dall'attività di migliaia e migliaia di uomini di medicina nel corso di ben cinquanta secoli sono a disposizione dei medici di oggi, e grazie a loro, si concentra sulle esigenze dei pazienti. Mai prima d'ora nella storia del mondo, la gente ha beneficiato delle cure mediche che sono oggi disponibili. I medici, i ricercatori, gli specialisti della produzione e della distribuzione collaborano allo sforzo costante di migliorare il servizio medico e di mettere a punto migliori diagnosi, migliori terapie e migliori medicine per un mondo migliore.

 

PREMESSA

Il tempo svela tutto e lo porta alla luce.

Cancro, invecchiamento, malattie cardiache, fisiologia e patologia del sistema nervoso: questi i fronti immediati della medicina del futuro; l'aspirazione a prolungare la vita umana è antica e fino a oggi ha coinciso con quella di liberarsi dalle malattie, dalle sofferenze e dalla fame. Oggi l'allungamento della vita si pone come problema autonomo: se si eliminassero tutte le malattie, di che cosa morirebbe l'uomo? E quando?
Non vi è dubbio che la medicina ha allungato la vita umana e, vi è una serie di statistiche che possono dimostrarlo; c'è inoltre un fattore di rischio in più, costituito dalla longevità relativa della popolazione. Alla 'rivoluzione terapeutica' dei farmaci e vaccini alla 'rivoluzione tecnologica' delle macchine diagnostiche e terapeutiche guidate dalla mano e dalla mente dell'uomo, si aggiunge, nei paesi a sviluppo avanzato, la rivoluzione anagrafica, dovuta in buona parte a quegli stessi farmaci e vaccini e a quelle stesse macchine. Nel breve volgere di due generazioni si passa da un'attesa di vita alla nascita non molto diversa da quella dei primi anni del secolo a quella di fine Novecento che prevede 75 anni per gli uomini e 85 anni per le donne. Si profila inoltre un sorpasso epocale: il numero dei 'vecchi' di età superiore ai 65 anni che sorpassa il numero dei 'giovani' di età inferiore ai 15 anni.
Con l'abbassarsi della mortalità infantile le curve statistiche documentano la sconfitta delle malattie infettive; in modo costante, nonostante qualche impennata, il grafico delle morti per queste malattie durante l'ultimo secolo si avvicina sempre di più allo zero. Di chi sarà il merito
(1)? Con la miglior buona volontà non riusciamo a scorgere nessuna traccia né dei sulfamidici né della penicillina e si direbbe quasi che la curva scenda per forza propria, senza tener conto dei farmaci e delle loro vittorie; il dubbio non viene allontanato dall'esame di altre malattie e mentre la mortalità per malattia dell'apparato respiratorio (in cui è inclusa la polmonite) non subisce scosse negli anni dei sulfamidici e degli antibiotici, la curva del morbillo, malattia che non si curava nel 1870 come non si cura oggi, ha una discesa a sbalzi molto irregolari, ma che punta senza possibilità di errore verso lo zero.
Di fronte alle curve che scendono vi sono quelle che salgono: i tumori, le malattie cardiache (comprese le malattie aterosclerotiche e degenerative del cuore) le patologie del sistema nervoso e la loro diffusione aumenta, la mortalità cresce in modo costante ma non in modo massiccio.
I numeri, del resto, sono difficili da interpretare, anche perché a volte errati e in ogni caso non suggeriscono una conclusione confortante; i pochi che abbiamo a disposizione sembrano accreditare una tesi a prima vista inaccettabile: non sono le terapie, né quelle farmacologiche né quelle chirurgiche, a influenzare lo stato generale della salute, ma altri fattori. Quali?
L'idea che ci viene suggerita si chiama condizioni di vita, igiene; con ogni probabilità, secondo quanto scrivono molti autori, medici e non medici, sono ancora le condizioni di vita a essere chiamate in causa, ma in senso inverso, per le «malattie aterosclerotiche e degenerative del cuore». L'infarto è la malattia dell'uomo moderno, nutrito di cibi grassi e abbondanti, del dirigente nevrotico, delle grandi città paralizzate dal traffico congestionato; nessuno tuttavia saprebbe dare una spiegazione soddisfacente all'andamento della curva 'tumori', ma un ruolo importante è rappresentato dal rischio chimico (pesticidi).
Dobbiamo quindi svalutare il ruolo della farmacologia moderna?
La medicina che viviamo oggi non è solo quella che si sviluppa dal 1936 in poi (cioè proprio a partire dall'introduzione dei sulfamidici); viviamo anche un'altra medicina, sicuramente nata nei tempi moderni, ma legata a una mentalità antica, prescientifica. Vi sono in essa contraddizioni curiose: mentre i casi di malattia diminuiscono, mentre la mortalità decresce rapidamente, il numero dei malati aumenta, il numero dei posti letto, pure in continuo aumento, non è mai sufficiente a soddisfare una domanda crescente. La medicina si espande, in certi casi si inflaziona. La malattia acuta fa posto alla malattia cronica; è ovvio che cure sempre più perfezionate ed efficaci, spesso più lunghe, richiedono un'attrezzatura più vasta; è ovvio anche che non è ancora stato colmato un ritardo, una distanza tra bisogno di assistenza e possibilità di fornirla, che datava da secoli.
Ma alla crescente domanda si risponde anche in modo sbagliato: ad esempio con l'inflazione dei farmaci, con le false terapie, con le spese inutili. Il costo del malato aumenta di giorno in giorno: a New York un posto letto costa 110 dollari al giorno , a Los Angeles 117
(2), e ciò è dovuto solo in parte all'impiego di impianti più costosi, ma utili; se la medicina assorbe tanta parte delle nostre disponibilità, lo dobbiamo anche all'enorme spreco di farmaci inutili: ne sono responsabili in egual misura il medico, l'organizzazione sanitaria e la mentalità del paziente, che vuole a ogni costo un rimedio al suo disturbo, reale o immaginario. Perché il malato immaginario di Molière non è scomparso, ma si è perfezionato ed è diventato il paziente ideale de Il trionfo della medicina di Jules Romains. L'inflazione delle medicine si è verificata prima che venissero risolti i problemi elementari dell'assistenza, il superfluo è stato offerto prima del necessario: del resto è una caratteristica inevitabile di questa e di molte altre fasi della civilizzazione umana.
Oggi, se si trattano cento persone con uno stesso farmaco, è realistico pensare che trenta, quaranta pazienti saranno davvero curati: gli altri non risponderanno alla terapia o, nel peggiore dei casi, soffriranno di effetti collaterali (una media decisamente inaccettabile alla luce delle conoscenze della medicina moderna, che deve pretendere di curare tutti i pazienti).
Poiché gran parte della responsabilità nella risposta ai farmaci è da imputare ai geni, è fondamentale capire quali siano quelli implicati nel metabolismo e nell'azione di ogni preparato: questo è l'obiettivo della farmacogenetica, possibile soprattutto grazie ai recenti progressi nella comprensione del genoma umano.
Una volta individuati i geni che hanno un ruolo nelle diverse terapie, il passo successivo è sottoporre ogni paziente da indirizzare al trattamento a test che facciano luce sul suo bagaglio genetico: il farmaco sarà così prescritto solo a chi potrà rispondere meglio alla cura. Selezione accurata dei pazienti e farmaci intelligenti, quindi o, piuttosto, un uso intelligente dei farmaci: questo è ciò che si propone la 'figlia' della farmacogenetica, la cosiddetta farmacogenomica.
Cure personalizzate, è questa la parola d'ordine della nuova metodica che, attraverso l'esame dei geni, è in grado di testare la reale efficacia dei medicinali su ogni singolo individuo.
Personalizzazione della terapia è la parola chiave: perché individui, in apparenza uguali per sesso, età, peso e quant'altro, possono rispondere in modo drasticamente diverso a uno stesso medicinale, proprio a causa del loro diverso bagaglio di geni. Per curarli è importante diversificare la terapia in base al genotipo, ovvero il corredo genetico di ognuno.
Si è arrivato anche a proporre la creazione di un uomo-topo, cioè un topo con il cervello umano, iniettando nell'embrione di un topo, allo stadio iniziale dello sviluppo, cellule primitive (staminali) rilevate da un embrione umano per osservarle, mentre si trasformano in cellule di sangue, ossa e cervello. Ciò permetterebbe agli scienziati di testare farmaci innovativi per malattie come il morbo di Parkinson, cardiopatie e tumori.
Cellule staminali embrionali sono in avanzato studio e manipolate geneticamente sono in grado di 'spegnere' il gene responsabile di alcune malattie (Alzheimer, cecità congenita, tetraplegia traumatica); poi con un metodo efficace si è riusciti a purificare i tessuti e ciò permette di controllare quale tipo specifico di tessuto verrà formato dalla crescita delle cellule staminali (ad esempio cellule cerebrali che producono la dopamina, quelle che muoiono in conseguenza del morbo di Parkinson).
Con la sempre più approfondita conoscenza del genoma umano, si possono individuare le alterazioni dei geni e si può riuscire a trovare il modo per colpire quelli che producono proteine anomale (proteine tumorali) e come colpirle con 'farmaci intelligenti' anche personalizzate estremamente distruttive per le cellule tumorali, mentre minimo è l'effetto sulle cellule sane. Con l'impiego dell'analisi molecolare del tumore si può meglio valutare la sua pericolosità e cercare il trattamento migliore. Lo 'studio degli oncosoppressori', geni che sovrintendono, come 'guardiani' del genoma, che cellule alterate non si riproducano, sono allo studio e presto si spera di svelare un altro mistero relativo ai tumori.
In attesa di avere a disposizione per ogni individuo farmaci mirati per la cura delle diverse malattie, dobbiamo accontentarci di tecnologie più o meno sofisticate utilizzate per la loro cura e specie di alcune di esse, come i tumori. L'uso di particelle subatomiche ad alte energie (adroterapia) che aggrediscono le cellule tumorali senza toccare i tessuti sani circostanti e che sono utilizzabili per tumori come i sarcomi, i carcinomi del polmone, del pancreas e del fegato, notoriamente resistenti alla radioterapia, saranno in uso fra poco.
Tra la medicina dell'oggi e del domani è poi in via di attuazione la tecnica di crioterapia e termoablazione con radiofrequenze per la cura di alcuni tumori, così come l'immunoterapia con l'impiego di linfociti killer per la distruzione di cellule neoplastiche residue disseminate, e la radio immuno terapia che impiega speciali anticorpi radioattivi, una sorta di 'missili radio comandati', capaci di attaccarsi alla cellula tumorale in maniera selettiva.
Di recente i progressi della genetica hanno permesso di svelare tempestivamente da quali malattie ciascuno di noi dovrà guardarsi, suggerendo perfino il modo migliore per prevenirle.

 

LA SCHEDA

La medicina è un paradosso: è antica e al tempo stesso sempre nuova. Praticarla è un'arte, ma un'arte che va collocata sulle solide fondamenta della scienza, della praticità e delle esigenze del paziente. Essa rappresenta una delle branche più importanti della scienza, anche se nella pratica utilizza e applica principi che appartengono ad altri campi scientifici. Oggi(3), coloro che praticano la medicina possono usufruire di tutta la gamma di scoperte e di conoscenze acquisite in oltre cinquanta secoli, eppure devono affrontare una congerie di fattori ignoti altrettanto formidabili di quelle che si presentarono ai loro predecessori. È una sfida impegnativa che richiede urgentemente una soluzione, se si vogliono soddisfare i bisogni di un'umanità che deve far fronte a processi vitali accelerati, che superano di gran lunga la capacità dell'uomo di adeguarvisi.
Alle sue origini l'uomo cercava di spiegare le difficoltà e le incertezze di ciò che lo circondava immaginando di essere un burattino nelle mani degli dèi e cercava sollievo tentando di propiziarsi ciò che gli era ignoto. Oggi, con gli strumenti messi a disposizione dai vari rami della scienza, l'uomo cerca di capire la realtà e di circondarsi delle comodità e degli agi che egli e i suoi simili si sono creati, spingendosi sempre più avanti verso nuovi orizzonti. Le sue conoscenze e le sue capacità gli permettono di immaginare di raggiungere obiettivi impensabili qualche decennio fa e di avanzare fìduciosamente e coraggiosamente verso tali mete. La sua fiducia lo sostiene e lo fa andare avanti ... fino a quando la malattia e il dolore non lo colpiscono. A questo punto, l'uomo moderno reagisce più o meno allo stesso modo dei suoi antenati: va in cerca d'aiuto, rivolgendosi ai religiosi e ai medici, cercando di trovare qualcuno in cui riporre la propria fiducia e che possa aiutarlo a recuperare la salute e la fiducia in se stesso.
Mai prima d'ora è stato possibile usufruire di medicine e di servizi sanitari paragonabili a quelli attualmente disponibili. Le conoscenze acquisite da infinite generazioni di uomini di medicina sono oggi a disposizione del medico moderno e, attraverso di lui, esse vengono utilizzate per soddisfare le esigenze del singolo paziente, al suo capezzale, in laboratorio, in ambulatorio e in ospedale. In nessun'altra epoca storica, prima del XX secolo, l'uomo ha assistito a un progresso così rapido e rivoluzionario, sia in campo medico sia nelle possibilità di migliorare la qualità della propria salute, e il ritmo accelerato con cui procede la ricerca scientifica sembra promettere dei passi avanti ancora più grandi negli anni che verranno.
Sin dall'inizio del XX secolo i grandi progressi realizzati nel secolo precedente vennero consolidati e perfezionati, si cominciò a comprendere meglio l'anestesia e l'asepsi, nonché le potenzialità mediche dei raggi X. La combinazione di questi elementi rese possibili enormi progressi nel campo della chirurgia. Il settore della medicina biologica (i vaccini per prevenire le malattie e le antitossine per curarle) si espanse velocemente. La chemioterapia, che aveva già elaborato analgesici di base come l'aspirina e la fenacetina, si preparava a esprimere pienamente il suo potenziale.
Nei primi anni del secolo la dipendenza da farmaci di origine vegetale, la fonte più ricca di medicine allora a disposizione dei medici, iniziò a declinare man mano che il progresso scientifico apportava notevoli miglioramenti alle terapie farmacologiche. Sebbene molti farmaci efficaci derivanti da fonti vegetali (efedrina, reserpina) siano ancora in uso, la scomparsa di parecchie medicine di dubbia efficacia è stata accelerata grazie al contributo della chemioterapia. Dopo l'elaborazione da parte di Ehrlich delle arsfenamine come farmaci specifici contro la sifilide, i chimici misero a punto diverse nuove classi di farmaci: anestetici, barbiturici e antimalarici. Tuttavia, la ricerca nel campo della chemioterapia raggiunse il pieno ritmo solo quando, nel 1937 circa, il sulfanilammide e i suoi affini chimici entrarono a far parte dell'armamentario del medico. Dopo i sulfamidici fu la volta degli antibiotici, un concetto completamente nuovo nella produzione di farmaci. La dimostrazione che malattie fino ad allora mortali potevano essere curate con successo grazie a questi nuovi farmaci restituì la fiducia nella chemioterapia e diede il via ad uno straordinario progresso nella ricerca industriale medica e chimica. I laboratori decuplicarono la propria forza-lavoro e ne risultò un'enorme accelerazione delle scoperte e dell'elaborazione di nuovi composti utili alla medicina.
Nel frattempo la ricerca dava i propri frutti anche in altri campi. Un impiego degli ormoni in campo medico (inizialmente, nel 1891, dell'estratto di tiroide per curare il mixedema, seguito dalla scoperta dell'epinefrina prodotta per la prima volta dalla Parke, Davis, la quale mise in commercio col marchio Adrenalin nel 1900) favorì lo studio di altre funzioni ghiandolari. Da una fase di questo studio proviene la teoria che nel 1921 portò Banting e Best alla scoperta dell'insulina, la quale salvò e allungò la vita di milioni di diabetici. Dalla ricerca ormonale trasse impulso anche lo studio della complessa chimica degli steroidi, inaugurando così un'altra nuova fonte di composti utili per la medicina.
Lo studio dei disturbi causati da carenza di vitamine progredì grazie al lavoro di molte persone in varie parti del mondo: in Estremo Oriente con le scoperte di Eijkman e dei suoi colleghi, negli Stati Uniti con Casimir Funk, nel 1911 e con Joseph Goldberger, nel 1914. Questi studi scientifici non solo permisero di comprendere meglio le cause e la cura delle malattie da carenza vitaminica, ma resero anche possibile un miglioramento delle abitudini alimentari. Nuovi prodotti alimentari e nuovi metodi per preservare il contenuto vitaminico naturale degli alimenti, nonché l'arricchimento dei cibi con l'aggiunta di additivi, hanno molto contribuito alla prevenzione delle malattie da carenze alimentari che un tempo affliggevano un'ampia fetta di popolazione. In quelle aree geografiche dove sono state adottate misure nutrizionali preventive, la pellagra, il beriberi e il rachitismo sono quasi scomparsi.
La necessità di apportare miglioramenti ai sulfamidici portò i chimici a effettuare migliaia di esperimenti con i composti sintetici, molti dei quali li condussero a esplorare terreni fino a quel momento sconosciuti. Da questi esperimenti emersero composti che aprirono nuove aree di studio. Il Promin (glucosolfone di sodio), il primo farmaco sintetico che si dimostrò veramente efficace contro la lebbra, scaturì dal nuovo e profondo interesse per i composti sintetici. Dalle ricerche sui derivati dei sulfamidici proviene inoltre un gruppo di composti diuretici e di farmaci antidiabetici orali capaci di integrare e a volte anche di sostituire le iniezioni di insulina.
Sempre in ambito chemioterapico ricordiamo infine gli stimolanti psichici, i tranquillanti, gli antistaminici, gli anticoagulanti e un gruppo di composti che potrebbe portare al controllo di alcuni tipi di tumore. Parallelo all'elaborazione dei composti chimici di sintesi è stato lo sviluppo di insetticidi più efficaci.
Mentre le nuove medicine riescono a curare diverse malattie causate dagli insetti, ci sono stati molti progressi nell'eliminazione alla radice di questi problemi, specialmente per quanto riguarda la malaria e la febbre gialla, grazie all'impiego di misure preventive. Spruzzando le paludi, le capanne, le case e gli individui con DDT, e con i composti che questo campo di ricerca ha elaborato, in varie parti del mondo si sono ottenuti dei grossi risultati in termini economici, nonché nella prevenzione di diverse malattie invalidanti.
La ricerca sull'impiego di preparati recentemente scoperti per i mangimi animali ha contribuito a migliorare la qualità e la produzione di carne e pollame; mentre nuovi fertilizzanti agricoli hanno permesso di incrementare e migliorare la qualità dei raccolti. Tutti questi risultati collaterali della ricerca scientifica hanno contribuito in modo indiretto ma significativo alla salute dell'umanità.
Ma risultati non meno straordinari, né meno importanti per i pazienti provengono da altri settori.
Si sono ottenuti grossi miglioramenti negli anestetici sia iniettabili sia inalabili. La comprensione dell'importanza dell'equilibrio elettrolitico dei liquidi corporei ha reso possibili notevoli progressi in chirurgia, aumentando le probabilità di una rapida ripresa del paziente. Gli sviluppi in ambito fisico-medico, come il polmone, il rene e il cuore artificiali, hanno molto ampliato il campo operativo del chirurgo. Le banche di organi e di tessuti, permettendo di effettuare trapianti di cornea, sostituzioni di arterie, di ossa e di altre parti del corpo, hanno restituito una vita attiva a pazienti che altrimenti sarebbero rimasti invalidi. Il riconoscimento dell'importanza dei vari componenti del sangue e del loro utilizzo ha allungato la vita di altri pazienti.
Coraggiose esplorazioni nella chirurgia del cervello, migliori diagnosi delle malattie mentali, progressi in campo psichiatrico e l'uso di tranquillanti e stimolanti psichici, tutto ha contribuito enormemente a far tornare molti pazienti alla normalità e a ridurre la popolazione degli istituti psichiatrici.
Spingendosi oltre i procedimenti ritenuti possibili solo dieci o vent'anni fa, la chirurgia cardiaca, è riuscita a correggere diverse lesioni, congenite o croniche, e ha offerto la possibilità di una vita attiva a persone altrimenti destinate a morire o a rimanere invalide. Gli sviluppi meccanici, come le valvole cardiache artificiali e gli apparecchi elettronici che stimolano o regolano il funzionamento del cuore, hanno anche particolarmente contribuito a migliorare la qualità della vita di parecchie persone.
L'applicazione delle nuove conoscenze nell'ambito delle radiazioni, e soprattutto l'uso medico dei prodotti dell'era atomica, hanno allungato ulteriormente la vita di coloro che sono affetti da lesioni non curabili con la chirurgia.
I progressi del XX secolo non solo hanno rivoluzionato la pratica terapeutica della professione medica, ma hanno avuto un forte impatto sulla vita di tutto il mondo civilizzato:
- Le aspettative di vita di coloro che sono nati negli anni Sessanta sono aumentate di circa 25 anni, a fronte di quelle dei nati all'inizio del secolo.
- Oggi milioni di persone, che nel primo quarto del secolo sarebbero morte a causa di malattie infettive, sono vive.
- Nel corso del secolo il tasso di mortalità femminile durante il parto è diminuito del 90%, mentre la mortalità infantile si è molto ridotta.
- Le morti per influenza sono diminuite anch'esse del 90% in 25 anni, e le morti per tubercolosi e per febbre reumatica sono scese di più dell'80%.
- Grazie ai progressi delle ricerche sui vaccini e sulle medicine biologiche, iniziate appena prima dell'inizio del secolo, la difterite e il vaiolo sono quasi scomparsi, la febbre tifoide e il tetano si riscontrano raramente nelle comunità autoctone, mentre la minaccia della poliomielite si è grandemente ridotta.
- Il 90% dei farmaci prescritti oggi dai medici erano sconosciuti fino a 25 anni fa
(4).
Anche nella pratica medica ci sono stati parecchi cambiamenti. È aumentata la specializzazione, che si è arricchita di normative e consigli direttivi che regolano ciascun gruppo. Mentre il 'medico di famiglia' di vecchio stampo sta quasi scomparendo, i medici generici organizzano, nei quartieri e nei piccoli centri, corsi di qualificazione per paramedici che assicurano alle famiglie un alto livello di assistenza medica. Inoltre essi sollecitanogli organismi preposti all'istruzione a non sottovalutare il fabbisogno di medici generici che continuerà a esserci anche in futuro.
L'avvento delle cure ospedaliere, chirurgiche e mediche prepagate ha avuto il suo impatto sui medici e sui pazienti. Un'ulteriore sperimentazione di questi servizi relativamente nuovi eliminerà senza dubbio gli attuali inconvenienti e servirà a fissare degli standard da cui tutti potranno trarre beneficio.
Da quando si sono resi disponibili migliori metodi di cura e farmaci più efficaci, che hanno allungato la speranza media di vita, sono sorti nuovi problemi per i pazienti, per i medici, per gli altri professionisti del settore e per i ricercatori. L:abbassamento del tasso di mortalità dovuto alla sconfitta delle malattie infettive ha fatto sì che una quantità maggiore di persone raggiunga un'età avanzata e di conseguenza la medicina ha dovuto focalizzare l'attenzione su una serie di patologie non così frequenti in passato. Attualmente, sono soprattutto le malattie degenerative, in particolare quelle che riguardano il sistema circolatorio, i processi mentali e le varie forme di cancro, a impegnare maggiormente le energie di medici, chirurghi e ricercatori.
Anche la componente psicosomatica richiede sempre più l'attenzione della medicina, dal momento che i pazienti sono sottoposti alle pressioni e allo stress del moderno modo di vivere e di lavorare. A ciò si aggiunge la preoccupazione, che i medici condividono con i sociologi e con gli ingegneri, per gli aspetti socio-psicologici del crescente tasso di lesioni causate da incidenti, in particolare quelli legati ai rapidi mezzi di trasporto di massa.
È probabile che in futuro la ricerca nei vari campi scientifici collegati alla medicina conduca a grandi scoperte in settori nuovi, da cui trarrà beneficio tutto il mondo. Le ricerche sulla medicina preventiva, sulla chemioterapia, sugli antibiotici e sugli ormoni riservano grandi promesse per il futuro. La ricerca intensiva di agenti, sia biologici sia chimici, efficaci contro il cancro permetterà indubbiamente di trovare dei mezzi per combattere le varie forme di questo terribile male.
Che cosa comporterà per la medicina l'avvento dell'era spaziale? Nessuno lo può sapere, ma con ogni probabilità gli uomini e le donne del XXI secolo guarderanno alla medicina dei nostri giorni con lo stesso miscuglio di superiorità, ironia e commiserazione con il quale noi oggi a volte consideriamo i metodi di cura utilizzati dai medici del XIX secolo.
Tuttavia, è bene ricordare che tali sentimenti di superiorità o ironia non sono giustificati: dobbiamo essere grati ai medici del XIX secolo per il contributo che hanno dato alla medicina.
Tra i progressi realizzati in tale secolo ricordiamo: il riconoscimento che la causa delle malattie sono i germi, i numerosi progressi nella comprensione dell'anatomia e delle patologie cellulari, la scoperta dei principi dell'anestesia e dell'asepsi, della batteriologia e delle medicine biologiche, nonché l'invenzione di strumenti fisici come l'oftalmoscopio, l'otoscopio, lo stetoscopio e i raggi X. In un certo senso i medici e gli scienziati di oggi reggono sulle spalle di quegli uomini coraggiosi di ieri. È certo che, con l'avanzare del progresso scientifico e tecnologico, contribuiranno, direttamente o indirettamente, a creare prodotti e procedure che incrementeranno l'efficacia delle terapie mediche ed estenderanno il campo operativo dei chirurghi.
Il futuro porterà sicuramente dei cambiamenti nella pratica della medicina e della chirurgia, nell'assistenza ospedaliera e nei rapporti con i pazienti. Una popolazione più sofisticata necessiterà di servizi adeguati al mondo progredito in cui vive; tuttavia, qualunque sia l'età o il grado di sviluppo del mondo, ci saranno sempre uomini e donne istruiti, esperti, dediti al loro lavoro e spinti da compassione, pronti a offrire il proprio aiuto a tutti coloro che hanno bisogno di assistenza medica.
Per quanto elevata o infima possa essere la posizione dell'individuo nel sistema socio-economico del futuro, quando suo figlio piangerà di notte, tormentato dal dolore e dalla febbre, il primo pensiero sarà: «Chiamare il dottore!». Quando lui stesso si ammalerà, l'antichissimo istinto di paura e di autoconservazione supererà senza fatica il sottile strato di sofisticazione, e ancora una volta verrà pronunciata la richiesta che è rimasta immutata nei secoli:
«Dottore, sto male. Cosa può fare per me?».

 

NOTE

1 - Molte sono le risposte, ma nessuna fino a ora è esauriente.

2 - Dati rapportati agli anni Sessanta, mentre il costo attuale è decuplicato.

3 - Il presente capitolo riguarda la condizione degli Stati Uniti tra gli anni Cinquanta e Sessanta, e la loro specifica realtà [nota del curatore].

3 - Queste erano le percentuali riferite agli Stati Uniti negli anni Cinquanta e Sessanta. Anche i dati statistici si riferiscono a tale periodo

 


 

"Glossario dei Rimedi di Origine Vegetale"  SEGUE >>       

 

 

 

[ Home ] [ Scrivimi ]